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Pitagora di Reggio

Pitagora di ReggioVissuto nel V secolo a.C. nella colonia calcidese di Rhegion, lo scultore Pitagora è considerato tra i cinque maggiori statuari greci vissuti dopo Fidia, certamente il più grande della Magna Grecia di Calabria.

Invero le origini dello scultore sono tutt'ora dibattute, poichè dai riscontri storici non emerge la città natìa, che per la similitudine del nome, qualcuno ritiene possa essere l'isola greca di Samo, da dove proveniva il ben più famoso Pitagora filosofo e matematico. E' certo però che nella Rhegion del V secolo a.C. visse ed operò un famoso scultore di nome Pitagora, discepolo del grande maestro Clearco, anch'egli tra i massimi esponenti della statuaria della Magna Grecia di Calabria.

Conosciuto anche col nome di Pitagora il Reggino, egli fu il primo scultore a prendere in considerazione il problema delle proporzioni stilistiche durante la creazione delle statue, introducendo quindi nella scultura greca quel principio di equilibrio e sobrietà già adottato in architettura. Pitagora di Reggio fu anche il primo a curare minuziosamente i particolari delle statue come i capelli, la barba o le vene del corpo.

Le caratteristiche del suo lavoro, descritto e ammirato dai più rinomati studiosi greci e latini hanno permesso di attribuirgli molti capolavori scultorei dell'arte greca, tra cui la celebre Auriga di Delfi, oggi conservata presso il Museo Archeologico di Atene, o la celebre Testa di Perseo, conservata al Britsh Museum di Londra.

I capolavori scultorei di Pitagora furono apprezzati subito sin dall'antichità, lo stile armonioso unito alla minuziosa attenzione per i particolari, rendeva le sue sculture unicamente riconoscibili. Plinio il Vecchio, secondo il quale l'arte di Pitagora era superiore a quella di Fidia, così descriveva il lavoro dello scultore reggino: ".. a Siracusa fece poi uno zoppo tale che anche a chi lo guarda sembra di sentire il dolore della sua piaga. Pitagora di Reggio fu il primo a riprodurre i tendini e le vene, e il primo a trattare i capelli con maggiore diligenza di altri, suddividendoli con precisione".

Tra le sue opere certe ci sono le belle statue di atleti come Astilo di Crotone, Eutimo di Locri Epizefiri, il corridore Imnesco, tutte portate ad Olimpia, purtroppo non giunte sino a noi. Ma la sobrietà delle forme e l'equilibrio perfetto delle strutture oltre che la minuziosa lavorazione di barba, capelli e vene, induce molti studiosi contemporanei a credere che Pitagora di Reggio possa avere scolpito i celeberrimi Bronzi di Riace.