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Massiccio del Reventino

Massiccio del ReventinoPosto sul versante occidentale dell'istmo di Marcellinara, nel cuore geografico della Calabria, il Massiccio del Reventino è una propaggine dell'Altopiano della Sila, del quale ne costituisce il prolungamento a sud-ovest.

La struttura geologica del gruppo montuoso del Reventino è di natura granitico-cristallina, appartenente quindi alle cosiddette Alpi Calabresi, ma la sua origine è ancora oggetto di studi e dibattimenti. Invero la caratteristica geologica più interessante del Massiccio del Reventino è la buona presenza di un particolare scisto verde, denominato Pietra Verde del Reventino, che non si riscontra in nessun altro gruppo montuoso calabrese.

Alcuni geologi tra cui l'americano Alvarez, ritengono che il Reventino si sarebbe staccato dalle Alpi subendo un trasporto passivo fino ad agganciarsi ai monti della Sila, nella posizione attuale.

Il gruppo montuoso del Massiccio del Reventino è delimitato a nord dalla valle del Savuto, a sud dalla piana di Sant'Eufemia, ad ovest è chiuso dal mar Tirreno, mentre ad est il confine naturale con l'Altopiano della Sila coincide con il corso del fiume Lamato. Tra le cime del massiccio ci sono il Monte Serralta di 1.246 metri di altezza, il Monte Reventino che con i suoi 1.418 metri è la cima più alta del gruppo, il Monticello alto 1.410 metri, il Monte Capo di Bove ed il Monte Mancuso alto 1.328 metri.

Dal Massiccio del Reventino nascono pochi fiumi minori che per lo più sfociano nel mar Tirreno, oppure confluiscono sui due grandi fiumi che costeggiano il gruppo montuoso, il Savuto a nord e il Lamato ad est. Dalle parti del comune di Conflenti nasce il fiume Bagni, che sfocia nel mar Tirreno e le cui sorgenti note sin dall'antichità sono oggi utilizzate dalle famose Terme di Caronte site nel comune di Lamezia Terme.

Dal punto di vista ambientale, la presenza degli scisti verdi associati spesso con metalli in traccia dannosi per i vegetali, hanno selezionato sul gruppo montuoso del Reventino, un particolare ecosistema che vede la forte presenza di macchia mediterranea in cui domina il leccio e la sughera. Anche il castagno alligna di frequente con esemplari che raggiungono dimensioni inusitate sopratutto nell'alta valle del Lamato e sulle pendici del Monte Mancuso. Le sommità del massiccio sono invece interessati dalla presenza del faggio, che in alcune aree del Monte Reventino forma distese foreste secolari.

Data l'esposizione ad ovest del massiccio, le precipitazioni sono abbondanti tutto l'anno, ad esclusione del periodo estivo dominato invece da forte siccità. Sulle cime del massiccio cadono circa 1.700 mm di pioggia all'anno, concentrati nei mesi autunnali e primaverili. L'intero Massiccio del Reventino, disabitato sino al XVI secolo, è caratterizzato da una bassa antropizzazione, infatti sulle pendici dei monti sono presenti solo tre comuni, Platania, Conflenti e Decollatura.

L'isolamento geografico e la particolare naturalezza del posto, ha originato una serie di antiche leggende tra cui quella delle Fate del Reventino, esseri soprannaturali dotati dello straordinario potere di distribuire ricchezze smisurate, e quella di una misteriosa chioccia immortale capace di generare pulcini d'oro.