Nella Scuola Artigiana di Medma del V secolo a.C. gli artigiani medmei ponevano una particolare cura nel preparare statuine e oggetti di culto, quelle dedicate alle varie divinità pagane, che come ex voto venivano offerte e seppellite a centinaia in speciali fosse, dette favisse.
I manufatti provenienti dalla Scuola Artigiana sviluppatasi nell'antica colonia di Medma sono contraddistinti dall'uso di una particolare terracotta con componente sabbiosa bianca e uniforme. Tra di essi spiccano per bellezza di fattura le teste femminili, molte delle quali è possibile oggi ammirare nelle sale del Museo Nazionale di Reggio Calabria, altri pregevoli esemplari sono custoditi nei maggiori musei del mondo tra cui il British Museum di Londra.
Per i riti funebri venivano appositamente confezionati vasi da deporre nelle tombe, accanto ai defunti, pieni di profumi o di cibi, o anche vuoti, di cui le anime potessero servirsi a piacimento nell'aldilà. Grazie al tipo, alla quantità e qualità degli oggetti rinvenuti nelle tombe di contrada Carozzo-Nolio, dove era ubicata la necropoli di Medma, è stato possibile rilevare l'età e il sesso del defunto, nonché tracciare l'identikit sociale ed economico della famiglia di appartenenza.
Paolo Orsi ritiene che l'influsso maggiore dato alla Scuola Artigiana di Medma, venne dal famoso scultore Pitagora di Reggio. Mentre dapprima dominava la doppia corrente ionica, che privilegiava la grazia del volto e la ricchezza del costume, e peloponnesiaca, che dava maggiore severità alle forme, con il nuovo stile attico, avviato dopo il 500, un nuovo fattore migliora i corpi, dà alle chiome maschili una grazia femminea, ed alle teste un'impronta tutta speciale.
Gli artigiani medmei seguirono un loro particolare itinerario artistico che li portò a modellare caratteri propri, imprimendo alle figure umane più marcate sottolineature fisiologiche, che rendono le figure più massicce e muscolose. I busti della dea Persefone ricordano il solido impianto di certi pezzi etrusco-italici dai santuari di Capua, mentre le statuette di Zeus, Athena, Hermes, perdono molto in solennità di gesto al punto che non sempre si può distinguerli dall'anonimo devoto.
Tra le migliori ed apprezzate scuole artigiane della Magna Grecia, e non solo in Calabria, la scuola artigiana medmea si caratterizzò proprio per una sua individualità particolare che tese ad umanizzare i soggetti divini, sospendendoli in un'atmosfera d'incertezza tra l'umano e il divino, a tal punto da non distinguere chiaramente se gli oggetti che recano tra le mani o sulle spalle o in grembo siano da attribuire alla divinità oppure offerte ad essa.